Proprio in virtù della cultura del cambiamento continuo, per vincere queste sfide è fondamentale non solo attrarre e fidelizzare i collaboratori, ma anche prepararli al futuro.
Come fare? Scoprilo nell’articolo di oggi!
Per rispondere a questa domanda, utilizziamo l’esempio del confronto tra il costo di acquisizione dei clienti e quello della fidelizzazione. Secondo un’analisi di Harvard Business School, infatti, il costo di acquisizione di un nuovo cliente per l’azienda è superiore dalle 5 alle 25 volte rispetto alla retention di uno già acquisito.
Allo stesso modo, l’Istituto Great Place to Work ha calcolato che i costi di recruiting sono 3 volte maggiori rispetto alla retribuzione del collaboratore da sostituire.
Per fare in modo che le persone siano più motivate a rimanere in azienda, sono diverse le soluzioni a disposizione delle aziende; tra queste, l’attenzione allo sviluppo personale e professionale, attraverso progetti di formazione.
Approfondiamo l’argomento nel prossimo paragrafo.
I progetti di formazione hanno la capacità di supportare i collaboratori e nell’apprendimento di competenze nuove e nel rafforzamento di quelle già acquisite, permettendo loro di affrontare con la giusta fiducia anche le situazioni più complesse.
Le aziende che prevedono piani di formazione continua, oltre ad attrarre talenti in fase di recruiting, sono in grado di fidelizzarli, grazie alla visione chiara dei percorsi di carriera e delle opportunità di crescita. Le prospettive di sviluppo personale e professionale determinano anche il livello di engagement, il coinvolgimento dei collaboratori, che a sua volta ha un decisivo impatto sull’incremento delle performance.
Per coinvolgere davvero i collaboratori nelle attività e nella cultura aziendale, andando oltre lo schema direttivo di esecuzione di un compito, è fondamentale che vi sia trasparenza nella comunicazione delle strategie e degli obiettivi.
Anche grazie alla formazione, l’autonomia e la responsabilità rispetto al proprio ruolo crescono e aumenta di conseguenza la soddisfazione per il lavoro.
In quest’ottica, le aziende possono scegliere di mettere a disposizione premi e benefit a riconoscimento delle performance, per continuare ad alimentare il circolo virtuoso che inizia con una definizione chiara degli obiettivi da raggiungere.
Tutto ciò contribuisce a creare un clima organizzativo sereno, all’interno del quale ciascun collaboratore comprende il significato del proprio lavoro e si sente coinvolto nella mission aziendale.
A proposito di clima, l’ultimo elemento che determina la capacità di attrarre talenti e fidelizzarli è l’attenzione al work-life balance che approfondiamo nel prossimo paragrafo.
La generazione dei millennials è molto più incline rispetto alle precedenti a cercare nuove opportunità professionali, essendo cresciuta con una maggiore abitudine alla mobilità globale e alla flessibilità.
Nella scelta di un’azienda, un elemento decisivo è sicuramente rappresentato dalla qualità della vita: un miglior equilibrio casa-lavoro, la possibilità di lavorare anche da remoto e una gestione flessibile degli orari.
Caratteristiche che non riguardano esclusivamente i giovani, ma sono sempre più richieste anche dai neogenitori o dai collaboratori che hanno familiari anziani o non autosufficienti a carico.
Per migliorare la soddisfazione, la motivazione e il clima aziendale e incrementare le performance, le aziende e gli imprenditori hanno a disposizione diverse soluzioni per garantire un’attenzione continua al benessere dei collaboratori, dai benefit più flessibili ai piani di welfare strutturati tramite una piattaforma dedicata.
Alcuni esempi di servizi e benefit?
Per quanto riguarda i riconoscimenti delle performance, le leggi di stabilità 2016 e 2017 hanno previsto che i premi (non superiori a 3000€, percepiti da dipendenti privati con una RAL fino a 80.000€) erogati in esecuzione di contratti collettivi di 2° livello e legati al raggiungimento di incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione sono assoggettabili a un’imposta sostitutiva IRPEF del 10% oppure convertibili in beni e servizi di welfare aziendale.
Nel caso in cui il collaboratore scelga di convertire il premio produttività in welfare, godrà di una tassazione agevolata, in quanto non dovrà corrispondere nemmeno l’imposta pari al 10%, azzerando completamente il cuneo fiscale, con percezione integrale del premio, senza distinzione fra somma lorda e netta. E per l’azienda non sono previsti contributi INPS né aliquote IRPEF sull’imponibile.
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