Continua a leggere l’articolo per scoprire il grande mondo del welfare!
A seguire, risponderemo a una serie di domande per aiutare le imprese a districarsi nel tema del welfare. Puoi cliccare l’argomento di tuo interesse per passare subito al paragrafo dedicato.
All’interno del mondo delle attività produttive, gli anni 2016 e 2017 sono stati contraddistinti da un grande rilievo mediatico dato al mondo del welfare aziendale e dei benefit.
Questo è accaduto a causa di vari motivi, tra cui alcuni cambiamenti in ambito legislativo che hanno fatto aprire gli occhi a molti imprenditori su questo vasto mondo.
Gli ultimi studi e ricerche condotti sul benessere dei collaboratori hanno evidenziato che la soddisfazione sul lavoro influenza in maniera molto profonda le performance e la possibilità di creare un rapporto fruttuoso con i clienti.
Le iniziative di welfare aziendale sono perciò a vantaggio non solo dei collaboratori, ma anche dell’azienda.
Conferendo ancora più importanza e valorizzandoli, si ottiene un incremento delle performance e un miglioramento del clima lavorativo.
Scopriamolo nel prossimo paragrafo, dedicato all’attivazione di un progetto di welfare.
Fino a pochi anni fa, salvo alcune esperienze da parte di alcuni illuminati imprenditori, in Italia il welfare aziendale sembrava identificabile solo con un aumento in busta paga, mentre i benefit (come ad esempio piani di risparmio integrativo, palestra, aiuti alla conciliazione vita/lavoro) erano guardati come una prerogativa delle grandi multinazionali d’oltreoceano.
Per una serie di ragioni, ora si sta diffondendo anche fra le piccole e medie imprese italiane l’idea secondo cui convenga creare un rapporto di maggiore reciprocità e migliorare la qualità della vita in modo più concreto del semplice aumento, prendendo anche in considerazione il fatto che la soddisfazione e la motivazione al lavoro dipendano da molti e variegati fattori.
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Questo può realizzarsi in vari modi, che dipendono dalle esigenze del personale di ogni azienda.
Alcuni esempi possono essere i seguenti:
Approntare un piano di welfare in un’azienda non è conveniente solo per i collaboratori, ma anche per l’azienda stessa, per varie ragioni:
Ultima ma non ultima, la possibilità di ottenere vantaggi fiscali: scopri come fare nel prossimo paragrafo!
La legislazione italiana negli ultimi anni si è fortemente mossa in questo senso.
La Legge di Stabilità 2016 ha fatto in modo che venisse modificato l’art. 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi: ciò significa che la tassazione sui premi di produzione fino a 2.000 euro per i dipendenti con reddito inferiore a 50.000 euro è stata limitata al 10%. Si riduce a zero se il collaboratore sceglie di convertire in welfare questo premio.
La Legge di Stabilità 2017 è andata ancora oltre: grazie a benefit e a iniziative di welfare aziendale, i benefici sono riscontrabili
A questo proposito, è sempre l’Articolo 51 comma 3 del TUIR a definire il limite del valore defiscalizzato dei benefit e servizi di welfare che le aziende possono mettere a disposizione di ogni collaboratore: fino a 258,23€.
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Tra i più noti, i CCNL interessati dai rinnovi che hanno introdotto misure di welfare sono:
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