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I buoni pasto e i benefit che incidono sull'immagine aziendale

Scritto da Sodexo Benefits | 17.01.19

Tra i servizi e i benefit a disposizione delle imprese per migliorare la qualità della vita dei collaboratori, il clima e l’immagine aziendale, con un ritorno positivo anche in termini di incremento delle performance, i buoni pasto sono forse i più diffusi e conosciuti.

Nell'articolo di oggi approfondiremo i seguenti argomenti:

  • l’importanza dell’immagine all'interno e all'esterno dell’azienda
  • i benefit flessibili a disposizione
  • focus sui buoni pasto
  • normativa fiscale

Immagine aziendale: perché è strategica e continuerà a esserlo

Aldilà degli aspetti di branding più strettamente legati al mondo del marketing, non è questo l’argomento che vogliamo affrontare in questo articolo, l’immagine aziendale, intesa come la rappresentazione dei suoi valori e della sua missione, ha un impatto decisivo sulla capacità di attrarre nuovi talenti in fase di recruiting, di trattenerli e di fidelizzarli, esattamente come accade per i clienti e la loro retention.

Nell’ambito delle Risorse Umane, l’immagine aziendale è collegata al coinvolgimento dei collaboratori non solo rispetto ai ruoli e alle attività lavorative, ma anche ai progetti e alle iniziative intraprese a livello corporate per migliorare il clima organizzativo, i legami con il territorio, i rapporti con la clientela e la sostenibilità ambientale.

Entriamo nel dettaglio dei benefit aziendali attivabili, nel prossimo paragrafo.

I flexible benefit a disposizione delle aziende

L’introduzione dei benefit come soluzioni concrete a disposizione delle imprese per attrarre, motivare e fidelizzare i talenti, sia che siano inseriti in modo flessibile che attraverso un piano di welfare più strutturato, è collegata alla comprensione di obiettivi e modalità.

Solo quando l’azienda riesce a comunicare in modo chiaro il valore e il significato dei benefit che intende mettere a disposizione, infatti, si potrà avere maggiore sicurezza che i servizi vengano apprezzati. Non solo, qualora venissero trovate eventuali migliorie, queste potrebbero essere discusse e applicate, incrementando la soddisfazione e incentivando il confronto continuo.

Un esempio di innovazione e comodità è rappresentato dal formato elettronico del benefit più conosciuto e apprezzato in Italia, il buono pasto. Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

Focus: i buoni pasto

I buoni pasto hanno fatto il loro ingresso nel mondo aziendale come alternativa al servizio di mensa, inizialmente per offrire una pausa pranzo di qualità anche in assenza di locali predisposti da allestire, diffusi poi come soluzione comoda e decisamente apprezzata perché offrono la massima libertà di scelta rispetto al pasto da consumare.

L’evoluzione non ha riguardato solo il formato a cui abbiamo accennato nel paragrafo precedente, in linea con le abitudini ormai sempre più digitali della popolazione, ma anche l’utilizzo.

Con il decreto 122/2017, infatti, oltre a essere stata introdotta la possibilità di cumulare fino a 8 buoni pasto per utilizzo giornaliero (anche in giorni non lavorativi), si disciplina l’utilizzo sia per i piatti proposti da ristoranti, bar e tavole calde, sia per gli alimenti pronti al consumo di mercati, agriturismi o ittiturismi, piccoli negozi o insegne della grande distribuzione.

In questo modo si incontrano le esigenze di flessibilità richieste dai collaboratori, la cui giornata lavorativa varia nei tempi, nei luoghi e nelle modalità anche grazie all’introduzione di smart working e progetti “agili”.

Il formato elettronico del buono pasto differisce anche per quanto concerne il trattamento fiscale, approfondiamolo nel prossimo paragrafo.

Normativa fiscale di buoni pasto e benefit aziendali

Per quanto riguarda i buoni pasto, l’articolo 51, comma 2, lettera c del TUIR stabilisce che i collaboratori a cui è offerto il ticket in formato cartaceo siano esenti da contribuzione o tassazione fino ad un massimo di 4€ al giorno (valore facciale del buono); per chi riceve il buono elettronico invece la soglia sale a 8€ giornalieri.

L’azienda può così contare sull’esenzione di un benefit destinato all'alimentazione che contribuisce a sostenere la qualità della vita dei propri collaboratori, calcolabile in 880€ annui nel caso del formato cartaceo e in 1.760€ annui nel caso di quello elettronico.

Per quanto concerne i fringe benefit in generale, è sempre il TUIR (DPR n. 917/86) a prevedere la deducibilità:

  • totale fino a 258,23 € nel periodo di imposta per i collaboratori
  • totale in quanto si tratta di costi del personale legati al lavoro dipendente per l’azienda (ai sensi dell’art. 95 del DPR n. 917/86)

Un ulteriore esempio dell’importanza della comunicazione trasparente di cui abbiamo parlato nel paragrafo relativo ai flexible benefit, è dato dall’opportunità preziosa per imprese e collaboratori di scegliere beni e servizi di welfare come alternativa al premio di produttività in busta paga.

Il vantaggio si traduce in una riduzione consistente del cuneo fiscale, perché le Leggi di Stabilità 2016 e 2017 hanno previsto che i premi (non superiori a 3000€), percepiti da dipendenti privati con una RAL fino a 80.000€, erogati in esecuzione di contratti collettivi di 2° livello e legati al raggiungimento di incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, sono assoggettabili ad un’imposta sostitutiva dell’IRPEF del 10% oppure convertibili in beni e servizi di welfare aziendale. In questo caso, il collaboratore non dovrà corrispondere nemmeno l’imposta agevolata pari al 10%, azzerando completamente il cuneo fiscale, con percezione integrale del premio, senza distinzione fra somma lorda e netta.

È fondamentale però che tutti siano consapevoli delle opportunità e dell’effettivo risparmio offerti da questa possibilità.

Se stai pensando all'introduzione dei buoni pasto e di benefit per migliorare il benessere dei tuoi collaboratori, non aspettare!

Questi sono solo alcuni dei vantaggi per le imprese che scelgono di attivare progetti di welfare:

  • clima più collaborativo e sereno
  • maggiore motivazione al lavoro
  • incremento delle performance
  • riduzione di assenteismo e turnover
  • capacità di attrarre talenti
  • miglioramento dell’immagine aziendale
  • esenzione contributiva e vantaggi fiscali

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