Per come è strutturata la scuola, molti studenti la vivono proprio come una lunga corsa ad ostacoli in cui arrivare alla fine al più presto, e l’apprendimento viene visto come la noiosa cosa da fare per arrivare prima. E dopo? Mentre si è sui libri, si pensa che “dopo” ci sia la libertà: niente più interrogazioni, verifiche, esami: si fa una cosa e quella è.
Purtroppo o per fortuna, soprattutto negli ultimi anni di progresso tecnologico accelerato e cambiamenti sempre più vistosi, non è più così: si parla di lifelong learning, ovvero “apprendimento continuato” o “permanente”, per indicare l’educazione che dura per tutto l’arco della vita, non solo per gli anni scolastici.
Questi avvenimenti possono essere personali, ma in particolare sociali, lavorativi e professionali.
Guardando questa definizione, si può intuire che l’esigenza di un apprendimento permanente dunque abbia a che fare con la vita stessa; d'altronde, non solo noi moderni esaltiamo la bellezza di imparare sempre.
Infatti, alcune massime sull'apprendimento arrivano ai nostri giorni da millenni.
È famosa ad esempio quella di Plutarco, autore greco del I secolo d. C., riproposta in ogni occasione in cui si parli di educazione:
“La mente non è un vaso da riempire ma un fuoco da accendere perché s'infuochi il gusto della ricerca e l'amore della verità.”
Una frase attribuita a Catone il Censore recita:
“Non smettere mai d'imparare e fa' in modo di accrescere sempre ciò che sai: raramente la saggezza è frutto solo della vecchiaia.”
Pensiamo alla diffusione dei computer e di Internet negli ultimi 20/30 anni: ogni mansione si è dovuta aggiornare e adattare all'uso di nuovi dispositivi e nuove modalità di lavoro completamente diverse rispetto a prima e con ritmi di aggiornamento molto più veloci.
Di fronte a un mondo del lavoro sempre più accelerato e a un’esigenza di innovazione sempre più spiccata, è diventato evidente che i modelli di formazione precedenti non bastavano più. Perché?
Studiare e dedicare energie all'aggiornamento, con intervalli sempre più brevi e obiettivi sempre più ambiziosi è certamente bello, ma ha anche una caratteristica molto meno piacevole…. è FATICOSO.
Dunque ci sono tre “leve” su cui bisogna spingere per non rimanere indietro e per non mollare la presa, tra loro strettamente collegate:
In realtà, l’uomo, soprattutto da bambino, è naturalmente curioso e predisposto ad imparare. Che però decida di investire le energie necessarie in una direzione o nell'altra, dipende da vari fattori.
In particolare, per quanto riguarda:
Attenzione, però: quando si parla di formazione, essa non riguarda solo le competenze tecniche. Ci sono anche alcune qualità a livello personale, emotivo e cognitivo che possono essere allenate, realizzando così una crescita personale a tutto tondo.
Infatti, chi già possiede doti di flessibilità, cooperazione, comunicazione, pianificazione, problem solving è sicuramente avvantaggiato.
Sia al momento del colloquio di lavoro, sia una volta inserito nella mansione; ma anche chi è disposto a imparare come migliorare su questi aspetti è già nella giusta posizione.
Anche per noi di Sodexo la crescita personale “riguarda tutto ciò che consente a una persona di imparare e fare progressi”, ed è un fattore importante della qualità della vita!
Infatti, essere in una condizione di disposizione a imparare sempre mantiene sempre giovani la testa… e il cuore, e ci mantiene pronti ad affrontare ogni situazione con positività (dote oggi più che mai essenziale in un mondo in costante cambiamento).
E tu? Anche nella tua attività lavorativa l’apprendimento continuativo è qualcosa di essenziale? Per te è faticoso imparare qualcosa di nuovo per lavorare? Pensi sia vero che l’apprendimento continuo aumenti la qualità della vita?