Il concetto di smart working è ormai entrato a far parte del lessico quotidiano di collaboratori e imprese; tuttavia, per comprendere a pieno l’andamento e le prospettive di questa modalità di lavoro, è fondamentale conoscerne i principi fondamentali. Prima di indagare il ruolo del lavoro agile in Italia nel prossimo futuro, è bene distinguere tutti i termini che identificano la prestazione lavorativa in luoghi diversi dalla sede aziendale, che non sono propriamente sinonimi.
Come abbiamo visto in questo articolo, una prima importante differenza si trova nei concetti di lavoro da casa e smart working: con il primo, generalmente si fa riferimento alla prestazione dell’attività lavorativa da casa, attraverso l’utilizzo di strumenti telematici. Questa modalità può essere subordinata sulla base di accordi integrati dall’azienda o esercitata da liberi professionisti.
Con l’integrazione dello smart working, si compie un passo in avanti rispetto allo svolgimento dell’attività lavorativa in un luogo diverso dall’azienda. Questo fenomeno promuove una cultura del lavoro che si basa su capacità di adattamento, flessibilità e assenza di vincoli di luogo e di orari, anticipando un pilastro delle organizzazioni agili: il raggiungimento degli obiettivi.
Il lavoro agile nasce dunque da una graduale evoluzione dell’organizzazione delle attività, resa possibile dalla digital transformation e dalle tecnologie innovative che permettono alle aziende di adattarsi rapidamente alle novità del mercato.
Quando si parla di cultura aziendale agile, si fa riferimento alle competenze di change management, l’approccio che consente di mettere in campo proattivamente processi e strumenti, per rispondere in modo efficace ai cambiamenti. Si tratta di una modalità di lavoro che incorpora le caratteristiche proprie dello smart working – come flessibilità oraria, assenza di vincoli e barriere, ambiente di lavoro ibrido – a una vision all’avanguardia e dinamica.
Parlando di futuro del lavoro agile, quindi, è necessario considerare l’evoluzione della struttura organizzativa da un punto di vista di approccio, relazioni, rapporti gerarchici, dotazione tecnologica e spazi di lavoro.
L’emergenza sanitaria vissuta nei primi mesi del 2020 ha richiesto da parte delle imprese una risposta celere, per limitare la diffusione del contagio. Lo smart working ha subito una forte accelerazione, anche nei casi in cui non era previsto un progetto strutturato.
Il risultato è che, seppur in maniera semplificata, l’attivazione di questa modalità di lavoro ha soddisfatto la maggior parte delle imprese e dei collaboratori.
Come specificato da questo articolo de Il Sole 24 Ore, smart working e modalità agile non vanno intese come forme temporanee di svolgimento della prestazione lavorativa; infatti, benché in questi mesi il lavoro da remoto sia stato applicato da molte aziende e in diversi contesti, nel 2019 sono stati quasi 600 mila i collaboratori ad avere usufruito di questa possibilità, segnando un incremento del 20% rispetto all’anno precedente (fonte: Osservatorio Smart Working).
Sempre secondo i dati diffusi da il Sole 24 ore, già nel 2019:
Per le piccole e medie imprese, i dati risultano più contenuti: circa il 12% dichiara di aver avviato un progetto strutturato.
La sfida è costruire un progetto che parta dalla svolta vissuta con l’emergenza e sia in grado di ampliare gli orizzonti. L’integrazione di un progetto efficace deve essere modellata su più fronti: quello tecnologico - che richiede un graduale aggiornamento di dispositivi digitali, competenze e processi ottimizzati - e quello interno che coinvolge leader, manager e dipartimento HR, i primi promotori di una cultura aziendale orientata all’incremento delle performance.
Questo approccio si rivela efficace per cogliere tutti i vantaggi e gli effetti positivi del lavoro agile, come l’ottimizzazione dei costi, il miglioramento del work-life balance e l’incremento delle performance. L’Osservatorio del Politecnico di Milano ha stimato in 13,7 miliardi i benefici complessivi per il sistema Paese, a fronte di un’integrazione strutturata e matura del modello agile nelle imprese italiane.
In questo nuovo articolo della rubrica Pillole di Welfare, abbiamo parlato di lavoro agile, con un approfondimento sulle tendenze e le evoluzioni che possiamo aspettarci nel prossimo futuro. Se prima dell’emergenza sanitaria smart working e lavoro agile erano concetti in larga diffusione ma ancora piuttosto innovativi, oggi non è possibile immaginare un futuro senza considerare questi elementi.
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