Chi l’ha detto che un ciclo di produzione completamente ecosostenibile è un’utopia? Certo, la strada è ancora lunga, ma alcuni hanno già preso iniziativa in questo senso. Vediamo come far bene all’ambiente… risparmiando e portando innovazione.
23 febbraio 2017: parte da Roma il “Treno Verde”, segno visibile di una campagna di sensibilizzazione condivisa da Legambiente, Ferrovie dello Stato e Ministero dell’Ambiente giunta alla 29esima edizione.
Molti i temi affrontati durante l’iniziativa, tra cui il monitoraggio dell’inquinamento indoor e le buone pratiche anti-smog; ma al centro dell’attenzione troviamo la “Circular Economy” ovvero l’economia circolare.
Cosa si intende col termine “economia circolare”?
Avete presente il simbolo del riciclaggio, le tre frecce che si rincorrono? Ebbene, l’economia circolare si basa sullo stesso principio, ma la sua area di pertinenza è ben più ampia del semplice ambito del riciclo dei rifiuti. Questo nuovo modo di intendere l’economia ha al suo interno una visione totalmente nuova della supply chain.
Ad oggi, infatti, il modello di produzione che sta alla base dei nostri consumi si basa su un approccio lineare detto “take - make - dispose”: si parte dalla materia prima, la si trasforma in un prodotto, infine non rimane che disfarsene.
La Circular Economy invece prevede un “sistema rigenerativo”: il rispetto dell’ambiente parte dalla progettazione dei materiali, per far sì che alla “fine della vita” del prodotto, ogni componente possa essere riutilizzato e ricomposto per dare la luce a uno nuovo. Una particolare attenzione dunque deve essere messa:
- nel privare ogni prodotto di sostanze tossiche;
- nell’assemblaggio: infatti il prodotto deve essere facilmente scomponibile in seguito.
Ma i vantaggi della Circular Economy non riguardano solo l’ambiente: si è calcolato che, implementando l’uso del modello circolare su scala europea, si potrebbero risparmiare 1800 miliardi annui fino al 2030, facendo aumentare il reddito delle famiglie di 11 punti percentuali e producendo 500.000 posti di lavoro nella sola Italia.
Non solo futuro: l’Economia Circolare oggi.
A dicembre 2016 l’Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ha presentato un piano d’azione per supportare la transizione del sistema industriale italiano verso l’economia circolare, ma alcune aziende e startup innovatrici avevano già iniziato da tempo a sperimentare nel concreto le buone pratiche del nuovo modello di economia. Eccone alcuni esempi:
- Gruppo Feralpi: questa azienda italiana operante nel settore siderurgico dimostra come il “green” non riguardi solo materiali poco resistenti o volatili. Il Gruppo è leader in Europa e specializzato negli acciai per l’edilizia, ma si è sempre impegnato per essere all’avanguardia nella sostenibilità; innovazione e ricerca sono talmente importanti per questa azienda, che alcune tecnologie brevettate sono scaturite proprio dai suoi tecnici. Tra le “soluzioni circolari” più famose da essa brevettate troviamo la valorizzazione di un residuo di produzione da sempre considerato inerte: la scoria nera. Ne è stato ricavato un sottoprodotto da mettere in commercio, chiamato “Green Stone”. Esso può essere usato per vari fini, tra cui la costruzione di fondi stradali o in varie opere di ingegneria civile. Allo stesso modo, i mattoni refrattari posti a rivestimento dei contenitori dove viene versato l’acciaio liquido (altro storico rifiuto del settore siderurgico), non vengono buttati ma frantumati e riutilizzati come calce nel forno fusorio.
- Personal Factory: l’idea alla base di questa startup calabrese è che tutti, con i giusti strumenti, possano diventare produttori di malta a chilometro zero. Una piccola rivoluzione per il settore dell’edilizia, dunque: le imprese potrebbero così evitare tutti i costi ambientali ed economici che riguardano il trasporto del materiale. Tutto questo è reso possibile grazie a una miscelatrice “tascabile”. Il sistema digitalizzato riesce a realizzare vari composti, dagli adesivi per piastrelle agli intonaci.
- Gruppo Sant’Anna Fonti di Vinadio: questo gruppo, leader nel settore beverage, ha lanciato la Sant’Anna Bio Bottle: questa bottiglia è formata di materiali totalmente di origine vegetale, ovvero zuccheri vegetali fermentati. Si decompone in meno di 80 giorni, quindi può essere smaltita insieme al rifiuto umido.
- Carlsberg Italia: pur facendo parte del famoso gruppo danese, lo stabilimento italiano si differenzia per portare avanti la storia e il know how del birrificio Poretti situato a Induno Olona. Un esempio concreto della provata attenzione all’ambiente di questa azienda è DraughtMaster™: un sistema di spillatura senza CO2 aggiunta. Questa innovazione ha portato Carlsberg Italia all’applicazione della metodologia LCA – Life Cycle Assessment alla produzione della birra, in collaborazione con IEFE Bocconi.
Insomma, la Circular Economy promette bene…e benessere!
Per questo Sodexo è sempre all’avanguardia nei temi di protezione dell’ambiente: sappiamo che l’attenzione alla persona e alla qualità della vita passa anche dalla salvaguardia di ciò che ci circonda.
Vieni a conoscere le nostre soluzioni per il benessere dei lavoratori e ciò che facciamo per l’ambiente.