Se stai pensando a un piano di welfare aziendale, i flexible benefit sono uno strumento importante per vari motivi; in particolare, i ticket elettronici si sono man mano dotati di molti vantaggi: scopri quali!
I flexible benefit sono servizi o beni non monetari che le aziende possono fornire ai lavoratori in aggiunta allo stipendio: questa definizione è molto semplice e chiara, ma non contiene dentro di sé tutti i positivi effetti che i flexible benefit possono portare con sé nella vita di un’azienda e di chi li riceve.
Essi infatti non hanno solo la funzione di essere un “contentino” o un “premio”, ma sono veri e propri incentivi alla qualità della vita di ciascun lavoratore. In che modo?
Innanzitutto, i flexible benefit sono uno strumento libero da carichi contributivi ed impositivi: sono quindi beni che non contribuiscono ad appesantire ulteriormente il cuneo fiscale (ovvero il complesso di tasse e contributi di pertinenza sia del dipendente che dell’azienda).
Proprio per questo, contribuiscono da una parte ad aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti, e quindi a migliorarne il benessere, sia a livello personale che familiare.
D’altronde questo positivo effetto non va a incidere in modo eccessivo sulle spese del datore di lavoro, e permette un rapporto più proficuo con i sindacati, nonché un aumento della fiducia in azienda e della motivazione fra i dipendenti.
È possibile erogare flexible benefit senza che questi contribuiscano ad aumentare il reddito e quindi le imposte, in caso di:
- contrattazione territoriale
- CCNL
- atto unilaterale del datore di lavoro
- accordo interconfederale
- contrattazione aziendale, in accordo con i rappresentanti sindacali
Ma, in concreto, in cosa consistono i flexible benefit?
Gli ambiti da cui poter scegliere un servizio o un bene da “offrire” ai propri dipendenti sono tanti; per operare una scelta coerente con i bisogni della propria popolazione aziendale, e quindi raggiungere veramente gli obiettivi di benessere e fiducia che prima abbiamo spiegato, è importante indagare e intercettare quali siano questi bisogni.
In genere, quelli più “gettonati” sono questi:
- corsi di formazione
- previdenza complementare
- assicurazione sanitaria
- rimborso spese scolastiche
- buoni acquisto
- buoni carburante
- voucher per il pasto.
In particolare, in questo articolo approfondiremo questi ultimi, ovvero i buoni pasto: in che modo questi benefit, diffusi in Italia sin dagli anni ‘70, si sono evoluti proprio negli ultimi tempi e hanno conosciuto nuove frontiere di uso e convenienza.
Buoni pasto “classici” e ticket elettronici: caratteristiche e vantaggi
I buoni pasto nascono come voucher consegnati dai datori di lavoro in sostituzione del servizio di mensa, e consistono in un titolo di pagamento dal valore stabilito dallo stesso datore di lavoro.
Il 2017 è stato un anno importante per questi voucher: dal 9 settembre, è possibile usarne fino a 8 alla volta, e possono essere accettati anche da agriturismi e artigiani: infatti la legge parla esplicitamente, oltre alla somministrazione di alimenti e bevande, anche di cessioni di prodotti alimentari pronti per il consumo. All’interno di questi sono compresi dunque anche imprese artigiane (come pasticcerie), coltivatori diretti e imprenditori agricoli, supermercati e agriturismi.
Come già detto, essendo flexible benefit, i buoni pasto consentono l’esenzione da contributi INPS e IRPEF. Per quanto riguarda invece la detraibilità IVA valgono le seguenti coordinate:
- Aziende: l’IVA è detraibile sui ticket elettronici, mentre rimane indetraibile sui buoni cartacei.
- Persone giuridiche IRES: sia in versione cartacea che elettronica, i buoni pasto sono deducibili al 100%.
- liberi professionisti: per aziende individuali, titolari d’azienda e soci, è possibile una detrazione IVA al 10% sui ticket elettronici.
Inoltre, da qualche tempo i classici ticket hanno subito un’importante evoluzione: non sono infatti più diffusi solamente i classici “blocchetti” cartacei, ma è possibile anche usare tessere elettroniche fornite di microchip.
In particolare, la “versione elettronica” dei buoni pasto ha uno specifico vantaggio: ha infatti un valore esentasse che dal 1° gennaio 2020 è passato da 7 euro a 8 euro (il valore esentasse nei ticket cartacei è sceso da 5,29 euro a 4 euro): causa di questa facilitazione è stata la volontà di rendere le transazioni più veloci e sicure.
La “carta” su cui vengono caricati gli importi dei ticket elettronici, infatti, se smarrita può essere bloccata, mentre la perdita del buono cartaceo comporta la perdita effettiva dell’importo.
I vantaggi dei buoni pasto elettronici non sono solo questi: se vuoi saperne di più, scarica il nostro ebook con tutte le info sui buoni pasto.