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Intelligenza artificiale a portata di mano

#23 intelligenza artificiale

Da ragazzino non ti perdevi nemmeno un film di fantascienza? Hai sempre desiderato vivere in un mondo come quello di Blade Runner? Forse non ti sei mai fermato a pensare che un po’ di intelligenza artificiale… è già un ingrediente fisso delle nostre giornate!

I film di fantascienza sono un genere evergreen fin dall’inizio della storia del cinema, con “Metropolis” del 1927. Che si sia appassionati o no, tutti conoscono almeno una scena di Blade Runner, Alien, Star Wars o Terminator.

Uno dei fili rossi che collega tanti di questi film che si sono succeduti nel corso degli anni, oltre all’ambientazione futuristica, è il focus su cyborg, umanoidi, androidi… ovvero sulle domande suscitate dalla possibilità di un’intelligenza artificiale.

Che cos’è l’intelligenza artificiale?

In verità, per parlare di intelligenza artificiale, non c’è bisogno di immaginarsi la bella androide di Blade Runner, “più umana degli umani”: il concetto di intelligenza artificiale è più vicino alla nostra esperienza quotidiana di quanto si pensi.

In effetti, a tutt’oggi, non c’è un reale accordo fra informatici e ricercatori sulla definizione da dare all’espressione “intelligenza artificiale”; anche perché prima di tutto ci dovremmo chiedere che cos’è l’intelligenza.

C’è poi da dire che l’unica intelligenza di cui noi abbiamo esperienza è l’intelligenza umana; forse in parole povere si potrebbe definire come l’insieme delle capacità mentali e psichiche che rendono possibile entrare in rapporto con la realtà circostante in un modo che permette la comprensione di fatti e azioni e il saperli spiegare, elaborarne modelli astratti e poter apprendere. (E quindi essere in grado di cambiare in seguito a un’esperienza). Senza contare che in realtà il nostro cervello “contiene” tanti diversi tipi di intelligenza, come quella spaziale, emotiva, deduttiva…. oltre al flusso di coscienza.

In base a questo, possiamo definire l’intelligenza artificiale (o AI) come:

“la scienza che si occupa di come creare macchine intelligenti, e che ha trovato nelle possibilità offerte dall’informatica la via più pratica e probabile per ottenere un simile risultato.” (fonte: Il Post).

Come si può vedere, quindi, la definizione di AI è molto ampia; dunque può contenere al suo interno una serie di entità esistenti nel nostro mondo quotidiano che sebbene non siano androidi sono comunque già ascrivibili tra le fila dell’intelligenza artificiale.

“Sono tra noi”

Ma quali sono gli esempi più eclatanti di AI presenti nella nostra esperienza di tutti i giorni?

  • Siri: se hai un iPhone, è probabilmente una tua fedele compagna di chiacchierate e già la conosci bene;
  • Amazon Echo: ancora non è disponibile in italiano, ma in America già spopola. Grazie all’assistente vocale Alexa è possibile “ordinare” di fare parecchie cose, dalle più semplici ad altre piuttosto complesse. Ad esempio, puoi chiederle che ora è ma anche di far partire un timer nel momento in cui stai mettendo una torta nel forno; puoi dirle di aggiungere un prodotto alla lista della spesa, magari collegata a sua volta ad Amazon Prime; puoi chiederle di impostare una sveglia, di fare testa o croce per una decisione casuale, di leggere un audiolibro o anche di trovare un buon ristorante indiano. Insomma, una vera e propria governante… cilindrica.
  • i Chatbot aziendali: di fronte alla sempre maggiore diffusione della ricerca vocale su Google, le query di ricerca diventano sempre più lunghe, personalizzate e “naturali”. Affinché la User Experience sia al passo con clienti sempre più esigenti, molte aziende ricorrono a bot in grado di rispondere e prendersi cura delle richieste dell’utente, apprendendo dai suoi interessi e dalle sue domande per suggerirgli il prodotto più adatto. Questo aiuta inoltre le aziende ad “ascoltare” molto di più i propri clienti, raccogliendo, registrando e organizzando informazioni di prima mano. Si possono inoltre usare per fornire customer care a qualsiasi orario o per proporre i prodotti ai clienti direttamente su Facebook: quest’ultima è stata proprio la modalità operativa di Fiat Mirafiori Outlet, che per mezzo del chatbot ha stimolato le vendite ingaggiando gli utenti Fb con informazioni e aggiornamenti sulle novità del concessionario, disponibilità e caratteristiche delle vetture preferite.
  • il recente Facebook M: per ora è disponibile solo negli Stati Uniti, ma presto sbarcherà anche worldwide. Più che un assistente vocale, è un bot leggermente più avanzato. In pratica “vigilerà” sulle conversazioni Messenger degli utenti, intervenendo al bisogno: ad esempio, nel caso percepisca una discussione sul luogo dove uscire in serata, potrà inserire delle proposte. Può suggerire di condividere una posizione, di avviare dei sondaggi o prenotare un Uber. Un po’ fastidioso, dici? Nessun problema, Facebook M si può silenziare.

E tu, non vedi l’ora di essere aiutato da un assistente vocale o pensi che potresti benissimo farne a meno? Hai avuto a che fare coi chatbot? Raccontaci la tua esperienza!

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