Il buono pasto è un benefit sempre più apprezzato da collaboratori e aziende. Grazie a questo strumento, le imprese offrono alle persone una soluzione alternativa alla mensa di qualità e una grande libertà di scelta in termini di utilizzo. I vantaggi non si esauriscono qui, nell'articolo di oggi vedremo nel dettaglio:
- perché introdurre i buoni pasto
- come scegliere il formato adatto
- i vantaggi fiscali e la normativa
- la valutazione del fornitore giusto
Offrire i buoni pasto ai dipendenti privati per diffondere benessere
Oltre a rappresentare un’alternativa valida e versatile al servizio di mensa, il buono pasto contribuisce a migliorare il benessere, perché impatta sulla qualità della vita e sul clima aziendale. Inoltre, la rete di esercizi commerciali presso cui è possibile utilizzare i buoni, sia elettronici che cartacei, si è estesa fino a includere sempre più possibilità. Nei prossimi paragrafi approfondiamo tutti i dettagli, a partire dai vantaggi esclusivi riservati a imprese e collaboratori.
Perché introdurre i buoni pasto?
Mettendo a disposizione questo benefit, nato come servizio sostitutivo di mensa, l’azienda offre ai collaboratori la massima libertà di scelta rispetto alla propria alimentazione, ma non solo.
Infatti, sebbene questo strumento sia nato per essere utilizzato nel corso della pausa pranzo, negli anni si è evoluto fino a includere diverse modalità di utilizzo e una rete di convenzioni sempre più ampia. L’obiettivo delle imprese che integrano il benefit dei buoni pasto tra le soluzioni di welfare è migliorare la qualità della vita dei collaboratori, una condizione che si riflette sulle performance e i risultati. La soddisfazione e l’apprezzamento rispetto alle soluzioni attivate ha un impatto sulla capacità delle aziende di fidelizzare e aumentare i livelli di retention dei dipendenti, ma non solo: anche l’immagine aziendale ne giova, con l’effetto di attrarre giovani talenti, stimolati da un ambiente di lavoro che promuove il benessere delle persone.
Ai vantaggi unici per il clima e la motivazione, si aggiungono la praticità e comodità di utilizzo dei buoni pasto, grazie alla possibilità di scegliere tra due comodi formati di cui parliamo nel prossimo paragrafo.
Come scegliere il formato adatto
Prima di approfondire la normativa che regola l’utilizzo dei buoni pasto e i vantaggi fiscali dei rispettivi formati, analizziamone le differenze. I buoni pasto cartacei sono distribuiti sotto forma di blocchetto contenente i tagliandi sui quali sono riportati
- il valore facciale in euro
- i nomi dei beneficiari
- la ragione sociale dell’azienda che li mette a disposizione
Il formato elettronico ha rivoluzionato sia la modalità di distribuzione che l’utilizzo del servizio, in quanto su un’unica card digitale viene caricato l’intero valore dei buoni spettanti, generalmente all'inizio di ogni mese. La tessera è dotata di banda magnetica, risultando più pratica e sicura, perché riduce le probabilità di smarrimento rispetto ai tagliandi cartacei e può essere bloccata in caso di furto o di perdita del portafogli. Inoltre, il formato elettronico facilita il monitoraggio dei buoni residui, attraverso il semplice accesso al portale dedicato agli utilizzatori. Ma quali sono le differenze fiscali tra i due formati e i vantaggi normativi del benefit?
I vantaggi fiscali e la normativa
Oltre a offrire ai collaboratori una soluzione attenta alla salute e alla qualità della vita, l’introduzione del buono pasto assicura vantaggi fiscali importanti, in quanto non è considerato parte del reddito da lavoro, al contrario dell’indennità di mensa erogabile in busta paga a integrazione della retribuzione e, per questo, interamente soggetta a tassazione.
Nello specifico, per collaboratori che ricevono i buoni cartacei, la soglia di esenzione è di € 4 per giorno lavorato mentre nel caso di quelli elettronici sale a € 8, sempre per giorno lavorato.
Il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 122 del 7 giugno 2017 ha introdotto disposizioni importanti in merito all'utilizzo del benefit del buono pasto, li riassumiamo in questi punti:
- La normativa legittima la cumulabilità dei buoni pasto, fino a un numero massimo di 8. Tra i vantaggi di questa disposizione, troviamo la possibilità per i beneficiari di utilizzare un valore più consistente di quello facciale del singolo buono.
- Viene incrementato il numero di esercizi commerciali convenzionabili con le società che emettono i buoni che a oggi includono
- grande distribuzione
- bar
- ristoranti
- tavole calde
- agriturismi
- ittiturismi
- spacci di industrie alimentari
- mercati
Se hai bisogno di maggiori informazioni in merito alle novità introdotte dalla normativa che regola l’utilizzo dei buoni pasto, le trovi a questo link.
La valutazione del fornitore giusto
Una volta approfonditi modalità di utilizzo e vantaggi fiscali dei buoni pasto, è il momento di esaminare l’offerta dei fornitori, per scegliere il partner ideale che risponda alle necessità dell’azienda.
È importante valutare alcune caratteristiche specifiche che potranno influenzare la collaborazione, con l’offerta di soluzioni mirate:
- l’interlocutore dovrà essere disponibile all'ascolto in tutte le fasi, dalla valutazione del progetto, alla gestione degli ordini, e fino all'assistenza;
- più la rete degli esercizi commerciali convenzionati con la società fornitrice risulterà vasta e in crescita, maggiore sarà la certezza di mettere a disposizione dei collaboratori un prodotto di qualità nel quali riporre massima fiducia.
Come abbiamo visto all’interno dell’articolo, affidarsi al giusto partner per le soluzioni dedicate alle aziende e ai collaboratori assicura una gestione attenta e mirata alle singole esigenze.
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