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Un confronto tra indennità sostitutiva di mensa e buono pasto

indennità sostitutiva di mensaLe aziende che desiderano mettere a disposizione dei collaboratori una soluzione alternativa alla mensa aziendale possono valutare diverse opzioni. I vantaggi dei buoni pasto – sempre più diffusi e apprezzati – variano dall’ampia libertà di scelta ai benefici fiscali: confrontiamoli con l’indennità sostitutiva di mensa, nell’articolo di oggi!

Indennità sostitutiva di mensa o buoni pasto?

I buoni pasto sono tra i benefit aziendali più apprezzati da imprese e collaboratori.

L’efficacia di questi strumenti è stata dimostrata anche durante i mesi più complessi dell’emergenza sanitaria, che ha visto una forte diffusione delle soluzioni digitali. La versione elettronica del buono pasto si è rivelata all’altezza delle esigenze più diverse, in un contesto caratterizzato da distanziamenti e nuove modalità di lavoro.

Esiste uno strumento altrettanto vantaggioso dal punto di vista di utilizzo, flessibilità e libertà di scelta? Scopriamolo nel prossimo paragrafo, introducendo il confronto con l’indennità sostituiva di mensa.

Come funziona l’indennità sostitutiva di mensa? E quali sono le differenze rispetto al buono pasto?

L’indennità sostitutiva è una forma di servizio alternativo alla mensa aziendale. Come avviene per i buoni pasto, le imprese possono optare per questa soluzione laddove non sia possibile somministrare in modo diretto o tramite terzi il servizio di mensa ai dipendenti.

Buoni pasto e indennità sostitutiva di mensa sono soggetti a trattamenti fiscali diversi; conoscerne i dettagli è fondamentale per orientarsi verso la scelta che riservi i maggiori benefici e soddisfi i collaboratori.

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Aspetti fiscali

L’indennità sostitutiva alla mensa aziendale è un corrispettivo integrato nella retribuzione ordinaria, erogato quindi in busta paga, ai collaboratori part-time e a tempo pieno; l’importo erogato è a discrezione dalle singole aziende.

Poiché questo contributo alternativo alla mensa viene erogato in busta paga, incide sull'imponibile fiscale e contributivo del dipendente ed è quindi soggetto a tassazione.

Nei primi mesi del 2020, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una nota di chiarimento sul tema, riportata da IPSOA, ribadendo le uniche eccezioni alla formazione del reddito da lavoro dipendente:

“A essere esclusi dal calcolo del reddito imponibile sono le somme sostitutive delle somministrazioni di vitto corrisposte agli addetti ai cantieri edili e ad altre strutture lavorative a carattere temporaneo o ubicate in zone dove non sono presenti servizi di ristorazione, fino all’importo complessivo giornaliero di 5,29€.”

Per tutti gli altri casi, a partire dall’importo erogato in busta paga, imprese e collaboratori sono soggetti al versamento di quote destinate a INPS, TFR, IRAP e IRES su IRAP.

Quindi, se paragonata al buono pasto, questa soluzione risulta meno vantaggiosa dal punto di vista dei costi aziendali e dal contributo alla spesa alimentare percepito dai collaboratori.

Buoni pasto: il servizio di welfare vantaggioso per imprese e collaboratori

Il trattamento fiscale dei buoni basto non prevede oneri contributivi e previdenziali per i collaboratori fino al valore di 4€ per la versione cartacea e 8€ per quella elettronica.

indennità sostitutiva mensa

Solo il valore che eccede questi limiti contribuisce al calcolo dell’imponibile contributivo e fiscale.

E per quanto riguarda le aziende?

Le spese sostenute dall'azienda sono definite dalla legge come deducibili per competenza ai fini delle imposte dirette IRPEF, IRES e IRAP. L’unica specifica per potere usufruire di questo vantaggio è l’obbligo di dedurre i costi in riferimento al periodo in cui il dipendente ha usufruito del servizio. L’IVA è interamente detraibile con aliquota fissata al 4%.

Oltre alla possibilità di ottimizzare i costi aziendali, i buoni pasto rappresentano una soluzione innovativa che risponde alle diverse esigenze.

Il momento storico che stiamo vivendo è caratterizzato da continui cambiamenti; per questa ragione, è importante che le aziende supportino i collaboratori con soluzioni flessibili ed efficaci.

Con il buono pasto, è possibile supportare il potere d’acquisto dei dipendenti grazie alla vasta rete di esercenti convenzionati:

  • ristoranti
  • tavole calde
  • bar
  • punti vendita della GDO
  • mercati rionali
  • agriturismi
  • ittiturismi
  • coltivatori diretti
  • spacci aziendali alimentari

Inoltre, optando per la versione elettronica del buono pasto, l’ufficio amministrativo può procedere alla gestione delle operazioni da remoto, attraverso un comodo portale.

A questo proposito, sapevi che i buoni pasto possono essere garantiti anche ai dipendenti in smart working? Leggi questo articolo e scopri cosa prevede la normativa di riferimento!


Nell’articolo di oggi abbiamo parlato di indennità sostitutiva di mensa, confrontandola con l’opzione di mettere a disposizione dei collaboratori i buoni pasto. Quest’ultima riserva imperdibili vantaggi, a partire dalla possibilità di abbattere i costi e dall’offerta di uno strumento pratico, flessibile e quindi molto apprezzato dai dipendenti.

Vuoi saperne di più? Prenota una consulenza gratuita, analizzeremo le esigenze della tua azienda e troveremo insieme le migliori soluzioni per migliorare il benessere e incrementare le performance!

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Argomenti: costi del personale, buoni pasto, normativa fiscale, buoni pasto elettronici

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