Il buono pasto è un servizio sostitutivo di mensa che riserva vantaggi esclusivi, sia ai collaboratori che li utilizzano, sia alle aziende che li offrono. Oltre a rappresentare una soluzione versatile e che dimostra attenzione alla qualità della vita delle persone, questo benefit garantisce ampia libertà di scelta.
Nell'articolo di oggi approfondiremo gli utilizzi e il valore dei buoni pasto alla luce delle disposizioni in vigore, introdotte nel giugno 2017 dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico.
Valore buoni pasto: cosa aspettarsi nel 2019?
Il buono pasto è stato ideato in Gran Bretagna negli anni Cinquanta, per offrire un servizio alternativo alla mensa. Nel corso degli anni, questa soluzione si è diffusa anche in Italia, fino a diventare un vero e proprio benefit messo a disposizione dalle imprese ai propri collaboratori, per poter godere di una pausa pranzo di qualità.
Secondo i dati forniti da Anseb, Associazione Nazionale Società Emettitrici Buoni Pasto, attualmente circa 2.5 milioni di lavoratori utilizzano i buoni pasto nel corso della pausa pranzo in uno dei 120.000 esercizi commerciali convenzionati.
Perché oltre il 40% dei dipendenti privati e pubblici apprezza questo strumento?
Sono molte le ragioni che spingono sempre più persone a scegliere questa soluzione; la natura dei buoni pasto, rivoluzionandosi, oggi include diverse possibilità di utilizzo, rappresentando non più esclusivamente un’alternativa al servizio di mensa.
Una delle ragioni che motiva le imprese a scegliere di introdurre il benefit all'interno di un piano di welfare, è proprio il suo impatto sulla qualità della vita, sul miglioramento del benessere organizzativo e sull'incremento delle performance aziendali.
Le aziende che introducono questo servizio promuovono un’alimentazione sana e in linea con le singole preferenze. Investire nel benessere e nella salute dei collaboratori contribuisce a migliorare i livelli di attenzione e di conseguenza a incrementare le performance, anche nel corso di periodi di lavoro intensi.
Il pranzo è un momento fondamentale per la giornata lavorativa, permette di assumere l’apporto calorico necessario, di ricaricare le energie e di riposare. I buoni pasto si rivelano, quindi, una scelta strategica per raggiungere obiettivi importanti per le imprese, ma non solo.
Godere di una pausa in compagnia di colleghi, in un ambiente meno formale, contribuisce a creare solide relazioni tra dipartimenti e ad aumentare la soddisfazione dei collaboratori che, più rilassati, avranno spirito e motivazione giusti per affrontare il resto della giornata. Anche la capacità delle aziende di attrarre giovani talenti e fidelizzare i collaboratori, investendo sulla loro felicità, ne trae enormi vantaggi.
Le opportunità per le imprese non si limitano al momento della pausa pranzo; le disposizioni introdotte dal Decreto del MISE n. 122 del 7 giugno 2017, infatti, hanno avuto un ruolo determinante per l’utilizzo del benefit.
Innanzitutto, la normativa legittima la cumulabilità dei buoni pasto, fino ad un massimo di 8. Questo aggiornamento, ufficializzato con l’entrata in vigore del provvedimento a settembre 2017 e consolidatasi nel corso di questo periodo, permette ai beneficiari di utilizzare, in una sola volta, un valore più consistente rispetto a quello di un singolo tagliando. Parallelamente, la normativa estende la rete di esercizi commerciali convenzionabili con le società emettitrici che oggi include: bar, tavole calde, ristoranti, grande distribuzione e spacci alimentari, agriturismi, ittiturismi e mercati.
Ma non finisce qui!
Le imprese che introducono i buoni pasto tra le soluzioni di welfare godono di importanti vantaggi fiscali. Diversamente da una somma erogata in busta paga, interamente soggetta a tassazione, il costo dei buoni è deducibile fino a 4€ al giorno per i titoli cartacei e 8€ al giorno per i buoni elettronici. Questi sono esenti da oneri previdenziali ed esclusi dal calcolo del TFR; infine, l’IVA è interamente detraibile con aliquota agevolata al 4%.
Allo stesso modo, i collaboratori che ricevono i buoni pasto sono esenti da oneri fiscali fino ad un massimo di 4€ per giorno lavorato, per quanto riguarda i tagliandi cartacei, e 8€ per giorno lavorato, per quanto riguarda i buoni elettronici.
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Nell'articolo di oggi abbiamo analizzato le normative attualmente in vigore, in termini di possibilità di utilizzo e di valore buoni pasto. Offrire un benefit pratico e versatile ha un impatto positivo sulle performance e sul benessere organizzativo.
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