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Premi di produttività e welfare aziendale: cosa c'è da sapere

premi di produttività e welfare aziendaleSempre più aziende mettono a disposizione dei collaboratori servizi di welfare con l’obiettivo di diffondere benessere e incrementare i livelli di motivazione. La ragione è da ricercare nell’impatto di sentimenti positivi - come la serenità, la soddisfazione per il lavoro svolto e un forte senso di appartenenza all’impresa - sull’incremento delle performance e sul raggiungimento degli obiettivi.

Nell’articolo di oggi, ci occuperemo del legame tra premi di produttività e welfare aziendale, con un focus sui benefici, anche fiscali, per le imprese e i collaboratori.

Il legame tra premi di produttività e welfare aziendale

Tra gli obiettivi delle aziende, troviamo l’attivazione di misure e iniziative a supporto del benessere organizzativo e delle performance. Per creare un programma su misura, davvero efficace e capace di rispondere alle esigenze dei collaboratori, è fondamentale conoscere in modo approfondito gli strumenti a disposizione.

Prima di analizzare la normativa che riguarda la possibilità di convertire il premio di produttività in servizi e benefit di welfare aziendale, vediamo perché le attività per migliorare benessere e motivazione sono diventate sempre più centrali nelle strategie aziendali.

In Italia, l’integrazione di programmi di welfare si sta ampiamente diffondendo, complici anche gli interventi legislativi che negli ultimi anni hanno supportato la creazione e lo sviluppo di un sistema efficace.

I vantaggi – anche fiscali - per aziende e collaboratori, come vedremo nei prossimi paragrafi, sono evidenti e possono avere un’incidenza positiva sui livelli di retention.

Sia che si opti per un piano welfare strutturato - con la creazione di una piattaforma dedicata che permette ai collaboratori di prenotare servizi, richiedere rimborsi o consultare il credito a disposizione - oppure per l’attivazione di benefit più flessibili, è fondamentale analizzare le esigenze, prima di realizzare un progetto concreto.

Negli ultimi anni, sono state introdotte importanti novità normative che hanno portato allo sviluppo di nuovi esempi di welfare aziendale, come la possibilità per i collaboratori di richiedere la conversione dei premi produttività. Ecco cosa c'è da sapere.

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Quadro normativo e modalità di erogazione del premio produttività

La Legge di Stabilità 2016 e quella del 2017 hanno previsto che i premi di produttività possano essere convertiti in servizi di welfare aziendale laddove tale opzione sia espressamente prevista dal contratto. L’art. 51 del TUIR ai commi 2, 3 e 4 individua i beni e servizi che rientrano nelle specifiche condizioni.

Il premio di produttività a cui si applica la tassazione agevolata deve riferirsi a incrementi di reddittività, qualità, efficienza e innovazione, misurabili e verificabili sulla base di specifici criteri.

Le somme riconosciute per la partecipazione agli utili dell’impresa sono assoggettabili a un’imposta sostitutiva dell’IRPEF del 10%, entro il limite massimo di 3000 euro. Per usufruire della tassazione agevolata, è richiesto che il reddito da lavoro dipendente percepito nell’anno precedente non superi l’importo di 80.000 euro.

Premi produttività e welfare aziendale: i vantaggi per aziende e collaboratori

La conversione dei premi di produttività in servizi di welfare, rispetto all’erogazione della somma in busta paga, offre ulteriori benefici, perché si tratta di una soluzione totalmente detassata che non prevede nemmeno l’imposta agevolata pari al 10%.

Per le aziende, si tratta di uno strumento importante per ottimizzare i costi del personale; allo stesso modo, i collaboratori hanno l’opportunità di godere appieno del premio previsto, perché la conversione in servizi di welfare abbatte il cuneo fiscale ed elimina la distinzione fra somma lorda e netta.

premi di produttività e welfare aziendaleLa normativa ribadisce che la possibilità di convertire il premio produttività in servizi di welfare si configura come una “mera modalità di erogazione del premio, per cui la scelta del lavoratore rappresenta un requisito imprescindibile per potere procedere.

Tra i servizi di welfare previsti dalla normativa, troviamo:

  • assistenza medico-sanitaria integrativa
  • rimborsi spese previste dall’art. 51, comma 2 del TUIR
  • opere e servizi di cui all’articolo 51, comma 2 del TUIR
  • benefit aziendali

All’interno della categoria dei benefit aziendali rientrano i buoni acquisto, strumenti di welfare efficaci anche per adempiere alle disposizioni in materia previste in alcuni Contratti Collettivi Nazionali. Trattandosi di beni o servizi aggiuntivi alla retribuzione e di natura diversa rispetto ai premi in denaro, non concorrono alla formazione di reddito da lavoro e sono esenti da tassazione fino al valore di € 258,23 come previsto dall'Art. 51 comma 3 del TUIR.

Il buono acquisto, inoltre, si rivela la soluzione perfetta per rispondere alla tendenza degli acquisti digitali e soddisfare, così, anche i collaboratori più giovani.

Pass shopping è un esempio di buono acquisto versatile e pratico, perché offre ampia libertà di scelta ai collaboratori che lo ricevono e che possono utilizzarlo negli oltre diecimila punti vendita in tutta Italia e sulle più prestigiose piattaforme eCommerce. Attraverso la versione mobile del portale, gli utilizzatori possono consultare il proprio wallet dei buoni convertiti, scegliere tra i negozi online aderenti all’ampia rete oppure localizzare il negozio preferito più vicino.


Nell’articolo di oggi, abbiamo approfondito il legame tra premi di produttività e welfare aziendale. Richiedi un preventivo per scoprire Pass Shopping oppure prenota una consulenza gratuita e personalizzata per conoscere tutte le soluzioni più efficaci per le aziende che vogliono essere vicine ai collaboratori e attente alle loro esigenze.

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Argomenti: normativa fiscale, welfare aziendale, gestione operativa

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