La pausa per il pranzo non è solo un momento per consumare uno dei pasti della giornata, ma un’abitudine quotidiana cruciale per lo svolgimento delle attività, perché fornisce le energie e i nutrienti necessari all’organismo per mantenere alti i livelli di concentrazione. Le imprese svolgono un ruolo importante nella sua valorizzazione, soprattutto alla luce della diffusione della modalità smart working. Ne parliamo nell’articolo di oggi.
Il legame strategico tra smart working e pausa pranzo
Tutti i pasti della giornata sono indispensabili per rafforzare le difese immunitarie, favorire il riposo, prevenire malattie croniche e migliorare la qualità della vita.
Perché le imprese dovrebbero valorizzare in modo particolare la pausa pranzo?
Dopo la colazione, il pranzo è considerato il secondo pasto più importante, che dovrebbe comprendere tra il 35 e il 40% del totale delle calorie da assumere nell’arco della giornata.
Per riconoscere l’impatto di questo momento sul benessere dei collaboratori, si può promuovere un’alimentazione bilanciata, composta da carboidrati, grassi e proteine. Ma non solo!
Infatti, si parla di pausa pranzo: oltre all’assunzione dei nutrienti, si rivela essenziale per staccare, allentando anche i ritmi più frenetici.
Perché sia davvero benefica per l’organismo, la pausa per il pranzo dovrebbe durare il tempo necessario per assicurare:
- il recupero delle energie psico-fisiche
- la consumazione del pasto
- l’interruzione dell’eventuale ripetitività della mansione
Le stesse condizioni devono essere garantite ai collaboratori da remoto: il dipartimento di Risorse Umane può occuparsi dello studio e dell’attivazione di iniziative capaci di migliorare il benessere organizzativo e la qualità della vita. A questo punto, è il caso di introdurre un piccolo approfondimento normativo.
Sebbene la durata delle pause possa essere definita internamente sulla base di esigenze produttive e organizzative, generalmente chi svolge funzioni impiegatizie ha a disposizione da un minimo di 30 minuti a un massimo di 2 ore per il pranzo. Il Decreto Legislativo n. 66/2003 disciplina l’orario di lavoro e sottolinea l’importanza di menzionare la fascia dedicata alla pausa pranzo alla voce “distribuzione oraria giornaliera” del contratto.
L’emergenza sanitaria che ha coinvolto l’Italia agli inizi del 2020 ha richiesto alle imprese una capacità immediata di adattamento, con l’apertura a nuove modalità lavorative. Lo smart working si è diffuso, arrivando in pochi mesi a toccare una quota dell’8,8% di dipendenti agili (aprile 2020), contro l’1,2% registrato tra gennaio e febbraio dell’anno precedente.
La situazione ha poi portato diverse aziende a regolamentare lo smart working per garantire ai collaboratori da remoto gli stessi benefici che erano a loro disposizione in sede: è il caso dei buoni pasto.
La conferma delle disposizioni contenute nell’articolo n. 20 della Legge 81/2017 – che specifica che il trattamento economico e normativo del lavoro da remoto non può essere inferiore a quello complessivamente applicato – è arrivata a marzo 2020 da parte di ANSEB.
L’Associazione Nazionale Società Emettitrice Buoni Pasto ha sottolineato come non vi sia alcun divieto al riconoscimento del buono pasto ai collaboratori agili, laddove non vi siano accordi integrativi aziendali che li escludano esplicitamente dal godimento del benefit aziendale più diffuso in Italia.
Garantire ai collaboratori in smart working la fruizione del buono pasto diventa una prerogativa delle imprese che riconoscono l’impatto del benessere - legato a uno stile di vita salutare e bilanciato - sulla motivazione e le performance.
Il buono pasto elettronico, l’evoluzione del tradizionale cartaceo, è lo strumento ideale per una gestione amministrativa dei benefit aziendali semplice e sicura, anche da remoto.
Con la versione digitale, non è necessario distribuire i blocchetti ai collaboratori; il servizio può essere gestito a distanza attraverso l’accesso a un pratico portale, dal quale si può procedere al caricamento mensile degli importi da mettere a disposizione di ogni collaboratore.
Sapevi che la Legge di Bilancio 2020 ha approvato una modifica alle soglie di defiscalizzazione del buono pasto, rendendo ancora più vantaggiosa la sua versione elettronica? Clicca qui per leggere il nostro articolo dedicato e saperne di più!
Questo sistema smart è l’ideale per assicurare anche ai collaboratori da remoto un servizio efficiente, capace di sostenere le diverse scelte e abitudini alimentari.
A questo proposito, uno studio condotto dall’Osservatorio The World after Lockdown ha fatto luce sulle nuove tendenze nei consumi e sulla crescente sensibilità nei confronti di salute, sicurezza, origine dei prodotti e sostenibilità delle linee di produzione.
Nel corso del 2020, questi elementi hanno contribuito a un graduale cambiamento della composizione del carrello della spesa degli italiani, che oggi vede una preferenza marcata verso cibi di qualità, sicuri in termini di provenienza e catena di produzione.
Mettere a disposizione dei collaboratori – anche in smart working - soluzioni efficaci come il buono pasto elettronico significa dimostrare attenzione nei confronti del benessere aziendale e capacità di adattarsi ai cambiamenti culturali.
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