Il coinvolgimento dei collaboratori è un fattore determinante per le aziende perché ha un notevole impatto sulla loro motivazione e sulle performance.
L’engagement è anche la principale leva nelle strategie per trattenere talenti: poiché il know-how è essenziale a vincere le sfide del mercato e superare eventuali cambiamenti organizzativi con successo, provare a contenere il turnover è un obiettivo cruciale.
Ne parliamo nell'articolo che segue, con 5 consigli utili per imprenditori e manager.
Perché è fondamentale trattenere talenti in azienda?
Come si legge in questo articolo de Il Sole 24 Ore trattenere talenti è strategico tanto quanto fidelizzare i clienti migliori. Solo potendo contare sulle competenze e l’esperienza, infatti, le aziende possono vincere le sfide del mercato e continuare a innovarsi per superare i competitor.
L’aspetto economico, tuttavia, non è più una leva sufficiente a trattenere i collaboratori e sono sempre più le imprese che investono tempo e budget in strategie per migliorare la soddisfazione e fidelizzare i propri talenti.
Alcuni esempi? La definizione di percorsi di crescita professionale, di programmi formativi, l’introduzione di benefit, anche non monetari, come la possibilità di smart working, i servizi welfare e il supporto al work-life balance.
Le strategie per trattenere i talenti
Perché le strategie aziendali abbiano successo, è necessario che siano progettate tenendo in considerazione le diverse variabili, dall'età dei collaboratori alle loro esigenze più personali.
Non è detto, infatti, che i talenti da trattenere siano necessariamente senior con diversi anni di esperienza in azienda, può trattarsi anche di neolaureati assunti da poco dopo una lunga fase di selezione. Tenendo conto dei costi da prevedere per il recruiting, che secondo Great Place to Work sono 3 volte superiori alla retribuzione della persona da sostituire, è facile comprendere quanto sia importante attuare dei piani per coinvolgere i collaboratori.
È dall’engagement, infatti, che scaturiscono la motivazione e il senso di appartenenza.
Vediamo, nei prossimi paragrafi, i 5 consigli per migliorarlo, iniziando dal primo.
1. Mettersi in ascolto dei collaboratori
Come per le strategie di marketing, anche quelle di fidelizzazione passano da una conoscenza profonda dei clienti, in questo caso interni, ovvero i talenti da trattenere in azienda.
L’approccio personale è necessario per garantire la soddisfazione delle esigenze di ciascun collaboratore, quindi oltre ad analizzare gli aspetti generali, come la vicinanza della sede ai mezzi di trasporto pubblico, la presenza di una mensa, il costo dei servizi come gli asili e dell’assistenza sanitaria, è consigliabile considerare la fascia d’età e le singole situazioni familiari.
I benefit che possono essere introdotti, quindi, variano dal supporto alla mobilità sostenibile ai servizi welfare. L’obiettivo è molto legato al miglioramento dell’equilibrio work-life di cui parliamo nel prossimo paragrafo.
2. Migliorare il work-life balance
Il tempo è forse la risorsa più preziosa dell’epoca attuale, per questo ogni misura a sostegno dell’equilibrio casa-lavoro non può che essere apprezzata dai collaboratori in azienda.
Anche in questo caso, le possibili soluzioni sono molteplici e di facile applicazione. Si va dagli strumenti digitali che semplificano la gestione delle trasferte e delle note spese all'introduzione della modalità di lavoro agile, il cosiddetto smart working.
Non solo, per facilitare gli spostamenti verso la sede aziendale, possono essere attivati benefit per l’utilizzo dei mezzi pubblici e del bike sharing.
In generale, tutti i servizi welfare sono in grado di raggiungere l’obiettivo di semplificare la gestione del tempo e delle attività familiari e personali, contribuendo al benessere dei collaboratori. Ed è proprio questo il tema del prossimo consiglio.
3. Supportare il benessere aziendale
Tra la soddisfazione, il coinvolgimento, la motivazione dei collaboratori e le performance dell’azienda esiste una relazione causa-effetto.
Prendersi cura della salute dei collaboratori, quindi, aiuta le imprese a fidelizzarli e grazie alla loro soddisfazione migliora anche la capacità di attrarre talenti in fase di recruiting.
Alcuni esempi?
- una pausa pranzo di qualità, con l’introduzione dei buoni pasto
- i servizi welfare per le attività sportive e di wellness
- i piani di assistenza sanitaria integrativa
Non c’è solo l’aspetto della salute a contribuire al miglioramento della qualità della vita, vediamo altre misure nel prossimo consiglio.
4. Migliorare la qualità della vita
Anche l’aspetto economico e le preoccupazioni per il proprio potere d’acquisto hanno una rilevanza per i collaboratori di un’azienda.
Sebbene non sia solo la retribuzione a contribuire alla loro fidelizzazione, esistono altri benefit a supporto del potere d’acquisto delle famiglie che possono migliorare notevolmente la soddisfazione.
Ecco alcuni esempi di servizi welfare a disposizione delle imprese:
- buoni pasto
- buoni spesa
- welfare aziendale
- buoni per i trasporti
- assistenza sanitaria integrativa
- fondi pensione integrativi
- supporto nell'accesso a mutui o finanziamenti
Per i talenti più giovani, l’aspetto economico è però solo in seconda posizione negli elementi considerati fondamentali in fase di recruiting. Vediamo quale occupa il primo posto nel prossimo consiglio.
5. Offrire delle opportunità di crescita
Come detto nel precedente paragrafo, non è solo l’aspetto finanziario a determinare l’engagement: un’azienda dovrebbe offrire delle importanti opportunità professionali, con percorsi di crescita ben definiti.
Nel sondaggio realizzato da The Hartford sulle aspettative dei professionisti appartenenti alla categoria dei millennials, infatti, sono le opportunità professionali a rappresentare l’aspetto di principale attrattività delle imprese in fase di recruiting.
I 5 consigli elencati nell'articolo di oggi sono indirizzati ai manager aziendali e agli imprenditori che puntano sul talento dei collaboratori e sono alla ricerca di misure efficaci per motivarli e incentivarli.
Sapevi che alcune tra le soluzioni menzionate, come i buoni pasto, i buoni acquisto e i servizi welfare, godono anche di importanti incentivi fiscali?
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